Videosorveglianza sul posto di lavoro

Possono essere controllati i lavoratori con circuiti di videosorveglianza ?

L’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori dispone che gli impianti audiovisivi possono essere impiegati dal datore di lavoro solo ed esclusivamente per:

  • esigenze organizzative e produttive
  • la sicurezza del lavoro
  • la tutela del patrimonio aziendale.

Tra gli impianti che rientrano nel quadro normativo ci sono anche gli strumenti dai quali derivi una possibilità di controllo da remoto  dell’attività dei lavoratori (i sistemi di videosorveglianza).

Videosorveglianza aziendale Normativa 

Il datore di lavoro non può installare un impianto di videosorveglianza sul posto di lavoro senza il preventivo consenso delle rappresentanze sindacali.

Il sistema di videosorveglianza sul posto di lavoro non può essere insatallato, anche se c’è il consenso scritto o orale concesso dai singoli lavoratori.

Infatti la tutela penale è sancita dal principio della salvaguardia degli interessi collettivi di cui le rappresentanze sindacali sono portatrici, in luogo dei lavoratori (Cass. n. 1733/2020; Cass. n. 22148/2017; Garante Privacy, Provv. n. 336/2013).

Tale comportamento, inoltre, potrebbe anche costituire un comportamento antisindacale (Cass. n. 9211/1997).

Tuttavia, l’installazione senza il consenso preventivo delle OO.SS. è permessa e non configura ipotesi di reato, quando,  sia strettamente funzionale alla tutela del patrimonio aziendale.

In questo caso, però, il suo utilizzo non deve comunque implicare un significativo controllo sullo svolgimento dell’attività lavorativa dei dipendenti (Cass. pen. n. 3255/2021; Cass. n. 31778/2021).

Il datore di lavoro che ha chiesto l’autorizzazione all’ impianto di Videosorveglianza è l’unico interessato a visionare le immagini ricavabili  (INL, nota 7482/2022).

Le sanzioni previste per il datore di lavoro

Il datore di lavoro che installa delle telecamere sul posto di lavoro senza rispettare le normative, può essere  soggetto a sanzioni.

L’imprenditore che non rispetta gli obblighi relativi privacy compilando le corrette liberatorie sulle telecamere di videosorveglianza può andare incontro ad un’ammenda compresa tra i 154 a 1.549 euro o all’arresto da 15 giorni a un anno.

Le due sanzioni, in casi di particolari gravità, possano essere applicate congiuntamente.

Inoltre, qualora l’applicazione della sola ammenda risultasse inefficace a causa delle grandi possibilità patrimoniali del datore di lavoro colpevole, questa potrà essere aumentata fino a cinque volte.

Chi rilascia i permessi per la Videosorveglianza sul posto di lavoro ?

Il permesso per l’installazione dei sistemi di videosorveglianza vengono rilasciati dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro di competenza, presentando apposita istanza

Per maggiori informazioni e assistenza sulle procedure e le normative  dell’istallazione di sistemi di videosorveglianza in azienda prenota il tuo appuntamento allo 0639741831 oppure contattaci su info@asoter.it